Liga e il pubblico
Non ho seguito il Festivalbar, l’ho visto solo per qualche minuto l’altra sera, quando c’era la finalissima e stavano per premiare Ligabue, giusto il tempo di vedere, sugli spalti dell’arena di Verona, uno striscione che in alto aveva una classica scritta di lode e sotto, in piccolo ma perfettamente leggibile, “boia chi molla”. Ora, è pur vero che gli imbecilli sono equamente distribuiti ovunque, ma trovo sorprendente che ci siano dei fascisti tra gli amanti della musica del Liga. E non gente genericamente “di destra”, ma tipi in grado di produrre uno striscione con una scritta dichiaratamente fascista, non equivocabile, messa li apposta perchè qualcuno, anzi molti, la vedessero. Segno dei tempi, ovviamente, in cui tutto si fonde e i confini tra “noi” e “loro” sono sempre più labili? No, non credo, le differenze sono evidenti, le distanze incolmabili. Eppure la musica del Liga, come quella di Vasco, persino quella di De Gregori, tanto per citare alcuni dei più noti, può piacere a chi pensa di essere, in pieno 2006, addirittura fascista. Non dovrebbe essere così. In linea di massima no, se è possibile intendere i testi dei sunnominati mi sembra difficile che un fascista possa apprezzare Liga, Vasco o De Gregori. Ma la musica, si sa, la si ascolta in molti modi diversi, direte voi, e anche un fascista può apprezzare l’arte. Si, è possibile, avete ragione. Ma da qui a scrivere “Boia chi molla” ce ne passa. E questo, davvero, non me lo spiego.
Ernesto Assante