“Roma, 19 novembre 2006 – Distruzione degli atti disposta dal gip, sanzioni penali per chi detiene «consapevolmente» le intercettazioni raccolte illecitamente, e pecuniarie per chi le pubblica. Sono queste le principali novità introdotte dal decreto sulle intercettazioni illegali, messo a punto dal Governo dopo lo scandalo degli ‘spioni’ Telecom e convertito in legge dalla Camera, che ha confermato le modifiche apportate al testo dal Senato.
DISTRUZIONE – Per tali documenti, così come per i dossier formati attraverso la raccolta illegale di informazioni, il pubblico ministero «dispone l’immediata scarcerazione e la custodia in luogo protetto»: di essi, prevede la norma, «è vietato effettuare copia in qualunque forma e in qualunque fase del procedimento ed il loro contenuto non può essere utilizzato». Entro 48 ore, poi, il pm deve chiedere al giudice per le indagini preliminari di disporne la distruzione: quest’ultimo, dunque, entro le successive 48 ore, deve fissare l’udienza da tenersi entro 10 giorni «dando avviso a tutte le parti interessate, che potranno nominare un difensore di fiducia». Sentite le parti, il gip «legge il provvedimento in udienza e, nel caso in cui disponga la distruzione dei documenti, vi dà esecuzione subito dopo alla presenza del pm e dei difensori». Delle operazioni di distruzione va redatto un verbale «in cui si dà atto – dispone la legge – dell’avvenuta intercettazione o detenzione o acquisizione illecita dei mezzi usati oltre che dei soggetti interessati, senza alcun riferimento al contenuto degli stessi atti, dati e documenti».
SANZIONI – Il provvedimento approvato oggi prevede inoltre la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi detiene «consapevolmente» intercettazioni illegali. Se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, le pene sono più severe, da uno a 5 anni di carcere. Nel caso in cui il contenuto di intercettazioni illecite venga pubblicato, a titolo di riparazione può essere richiesta all’autore della pubblicazione, al direttore responsabile e all’editore, in solido tra loro, «una somma di denaro determinata in ragione di 50 centesimi per ogni copia stampata, ovvero da 50 mila a 1 milione di euro secondo l’entità del bacino di utenza ove la diffusione sia avvenuta con mezzo radiofonico televisivo o telematico». In ogni caso, l’entità della riparazione «non può essere inferiore a 10 mila euro». L’azione riparatoria potrà essere proposta da tutti coloro a cui le intercettazioni illecite fanno riferimento, e la prescrizione interverrà a 5 anni dalla data di pubblicazione.
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E Mastella ha anche candidamente detto “cosi’ gli italiani sono al sicuro”… sara’, ma a me non intercettano. Le intercettazioni telefoniche non vengono fatte a tutti, ne’ vengono pubblicate se non sono compromettenti. Mastella Vergogna! Altro che governo Prodi, dovrebbero chiamarlo “Governo Forza Unione”, perche’ fino ad ora stanno solo mantenendo lo status quo ed i privilegi acquisiti.