L’indulto e’ passato alla Camera con 460 sì, 94 no e 18 astenuti. Credo una vera schifezza, un colpo di spugna assolutamente necessario. I detenuti vivono male nelle carceri? da quello che si vede in tv, vivono molto meglio di quanto potrebbe fare un disoccupato.
Questo governo dovrebbe rivedere un po’ le priorita’, l’indulto non era sicuramente una di queste.
“ROMA – La Camera ha dato il via libera al provvedimento di indulto che sabato mattina – come annunciato dal presidente Marini – passa all’esame del Senato. I sì sono stati 460, i no 94, gli astenuti 18. Hanno votato contro l’Italia dei Valori Lega e An. Il Pdci si è astenuto. Gli altri gruppi di maggioranza e opposizione si sono espressi a favore. L’approvazione del pdl lascia sul terreno una spaccatura nella maggioranza che avrà sicuramente degli strascichi.
Amaro e durissimo il primo commento di Antonio Di Pietro, grande protagonista del dissenso interno alla maggioranza: “Questo indulto è stato un voto di scambio politico parlamentare con cui l’Unione ha svenduto la propria dignità politica cedendo al ricatto della Cdl e, in particolare, di Fi“. Quanto all’ipotesi di sue dimissioni – come chiesto dalla Cdl – Di Pietro taglia corto: “Pretenderle mi sembra un po’ troppo”. Molto diversi i commenti di Bertinotti e Mastella. Per il presidente della Camera “oggi è una bella giornata” perché “quando le istituzioni sono capaci di atti di clemenza che alleviano anche una pena supplementare a quella comminata dal giudice, visto il sovraffollamento delle carceri, è la dimostrazione che vince la natura dello stato di diritto”. Si consente un po’ di fair play – dopo la giornata difficile – il ministro Clemente Mastella, sostentore del pdl secondo il quale “con Di Pietro non ci saranno strascichi”.
La giornata è stata segnata da numerose polemiche. Quella più dura tra Di Pietro e Bertinotti. Casus belli è la decisione annunciata dall’ex pm di pubblicare sul proprio sito internet i nomi dei parlamentari che hanno votato a favore dell’inclusione del reato di voto di scambio nel provvedimento di clemenza. Bertinotti bolla la scelta come “deplorevole”, ma il ministro non ci sta e accusa il presidente della Camera di “censura”. “Se Bertinotti non ritirerà le proprie parole si aprirà un caso politico”, spiega Di Pietro.
Mastella, che ieri ha minacciato le dimissioni, ribadisce le proprie posizioni intervenendo in Aula: “Non c’è un’opinione del governo per la semplice ragione che questa è materia parlamentare”. Poi ha spiegato che non esistono divisioni nella maggioranza ma solo “opinioni diversificate”. Però poi il ministro non ha negato una staffilata proprio al collega Di Pietro: “Non posso accettare il giudizio per cui chi è contro l’indulto è in regola moralmente e chi è favorevole ha invece qualche vicinanza col tratto dell’immoralità”.
Quanto al leader dell’Idv, non ha smorzato i toni e ha parlato di “patto scellerato” sull’emendamento – poi bocciato – che riguarda l’esclusione del voto di scambio mafioso.
L’emendamento contestato, quello che puntava a escludere dall’indulto il voto di scambio, è stato bocciato dall’aula della Camera, con 408 no, 57 sì e 53 astensioni. L’Ulivo, Forza Italia e il Prc hanno votato contro, la Lega nord e l’Idv a favore, mentre An si è astenuta. In particolare hanno votato a favore tutti i deputati dell’IDV e della Lega, 12 deputati dei Comunisti italiani, 5 esponenti di An, tra cui Teodoro Buontempo. In più è arrivato il sì di Enrico La Loggia (Forza Italia), Maurizio Zipponi (PRC) e di due deputati dell’Ulivo, Antonio Misiani e Antonio Rotondo. Luciano Violante, invece, ha preferito abbandonare l’aula. L’emendamento è stato bocciato con il no dell’Ulivo, di Forza Italia, di Rifondazione comunista e di 6 deputati di An.
Nel generale clima di tensione si è aggiunta anche la decisione del gruppo Pdci di astenersi. Ad annunciarlo è stato il leader Oliviero Diliberto. “Noi siamo da sempre a favore dell’indulto – ha dichiarato – ma non possiamo condividere questo testo che prevede il beneficio anche per il voto di scambio”.
Nell’Ulivo è così partita, sul filo di lana, la caccia al parlamentare. Mentre Fassino avvertiva che “così può saltare tutto”, il capogruppo Dario Franceschini e diversi esponenti di Ds e Margherita hanno “trascinato” in Aula tutti gli assenti. La chiamata alle armi ha funzionato, il provvedimento infatti è stato approvato con 40 voti in più rispetto alla maggioranza dei due terzi richiesta. Sabato tocca al Senato dove la discussione, secondo quanto annunciato dal presidente Marini, inizierà al mattino per concludersi forse già la sera con il voto.” repubblica.it
Grazie a queto provvedimento succederanno cose tipo:
“Non ci sono soltanto i reati finanziari e quelli di Tangentopoli. Ci sono anche i caduti sul lavoro. E le malattie professionali. E i morti da amianto: 3 mila soltanto per gli stabilimenti Eternit. L’indulto, e ancor di più l’amnistia prossima ventura, rischiano di mandare in fumo il maxiprocesso che si aprirà l’anno prossimo a Torino contro i big boss della multinazionale svizzera: fra questi, il “Berlusconi elvetico” Stephan Schmidheiny, il fratello Tomas (assistito da Carlo Malinconico, segretario generale di Palazzo Chigi) e il loro socio belga, barone Louis De Cartier de Marchienne.
Insieme a una decina di dirigenti e amministratori dei cinque stabilimenti italiani (Cavagnolo, Casale Monferrato, Reggio Emilia, Bagnoli e Siracusa), che dal 1906 fino a vent’anni fa hanno avvelenato la vita a migliaia di lavoratori e cittadini comuni, i tre magnati devono rispondere di disastro doloso e di un’infinità di omicidi colposi. Grazie all’indulto, difficilmente finiranno mai in carcere (anche se condannati a 6 anni, scenderebbero a 3 e otterrebbero l’affidamento ai servizi sociali, cioè resterebbero a piede libero).
” repubblica.it
“Se Alleanza nazionale, almeno nella sua maggioranza, si appresta a votare contro, Forza Italia farà confluire i suoi voti con quelli del centrosinistra. E’ Gaetano Pecorella ad annunciare il sì degli azzurri, polemico contro chi è contrario perché il provvedimento di clemenza riguarderebbe anche Cesare Previti: “Non si possono fare leggi in odio a persone particolari né trasformare la pena in vendetta, altrimenti si torna alla legge del taglione. L’indulto non è un’invenzione di persone troppo buoniste, ma è un contrappeso previsto dalla Costituzione”.
E alla fine della discussione, Di Pietro si dice “disponibile” a un indulto che però vada incontro “a chi sta in carcere e non a chi sta fuori e con l’indulto vuole evitarlo. Il problema non è Previti, sono le altre persone per le quali non deve valere l’indulto, ad esempio i cosiddetti ‘furbetti del quartierino’“. Anche le Coop? “Di tutto, di più – risponde il ministro ai giornalisti in Transatlantico – perché in materia di giustizia e ingiustizia non esiste un centrodestra cattivo e un centrosinistra buono, esiste una maggioranza trasversale che da 15-20 anni a questa parte si ritrova benissimo quando si tratta di assicurare l’impunità”.” repubblica.it
“Di Pietro: “Cosa c’entra inserire nell’indulto coloro che hanno commesso reati di corruzione, concussione, bustarelle varie e hanno rubato i soldi allo Stato?”, tuona il ministro. “Ritengo che sia immorale l’accordo scellerato che sta avvenendo con il centrodestra. Il centrosinistra, per raggiungere l’indulto, si vende la dignità di una coalizione”.” repubblica.it
“Ma dichiaro che condivido invece al cento per cento la posizione di Di Pietro sul provvedimento di indulto preparato dal ministro della Giustizia, sul quale la Camera discute oggi e probabilmente voterà domani. Sono molto stupito che quel provvedimento abbia il sostegno di tutti i gruppi del centrosinistra, compresa quella sinistra radicale che spacca il capello in quattro sulla necessità che il governo sia “discontinuo” rispetto alla politica e alla legislazione ereditate da Berlusconi.
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In tutti gli indulti che sono stati approvati in precedenti occasioni (come pure in tutte le precedenti amnistie) sono stati sempre esclusi dai provvedimenti di clemenza i reati di corruzione e di concussione commessi contro la pubblica amministrazione. Invece nel provvedimento Mastella – e per la prima volta nella nostra legislazione – questi reati beneficeranno della clemenza approvata dal Parlamento.
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Ora l’indulto che il centrosinistra propone oggi alla Camera, con l’accordo di Forza Italia, realizzerà ciò che non era riuscito al governo Berlusconi. Di più: le persone responsabili di reati contro la pubblica amministrazione sono in tutto sessantasette; un numero esiguo che non contribuirà in nessun modo a quello sfoltimento della popolazione carceraria che è l’intento principale del provvedimento di clemenza.
C’è infine un’ultima ragione che ci spinge a criticare la posizione del governo e a concordare con quella di Di Pietro: gran parte dei parlamentari di An voteranno contro il provvedimento di Mastella. Per ragioni che non condividiamo, ma resta il fatto che i colpevoli di reato contro lo Stato per corruzione e concussione avranno sconti di pena col voto del centrosinistra e di Forza Italia e con il voto contrario di Alleanza nazionale. È una posizione piuttosto scomoda, non vi pare?”Eugenio Scalfari repubblica.it