Incredibile impresa degli azzurri al Flaminio: vittoria in rimonta con la meta di Masi e i calci di Bergamasco. E’ il primo successo contro i transalpini nella storia del Torneo, a quattordici anni di distanza dalla vittoria di Grenoble. Sbagliati i fischi sui calci di Parra
ROMA, 12 marzo 2011 – Eccola! Quattordici anni (meno dieci giorni) dopo il trionfo di Grenoble, la Francia cade nuovamente sotto i colpi di un’Italia come quel giorno commovente, indomita, feroce. Come nel 1997, quando in palio c’era la Coppa Europa e non l’odierno “Trofeo Garibaldi”, i nostri, capaci di un parziale di 16-3 negli ultimi 21 minuti (dopo la meta di Parra il punteggio era 6-18), hanno sfruttato al massimo la deconcentrazione dei fortissimi rivali. Se nel secolo scorso, i neo vincitori dell’allora Cinque Nazioni avevano avuto l’alibi dei festeggiamenti dopo il trionfo nel Championship, stavolta la festa azzurra, la prima nell’era Sei Nazioni contro i cugini, è iniziata forse nel momento in cui i transalpini hanno deciso di prepararsi per il match del Flaminio nel modo in cui si preparano le amichevoli, lasciando il ritiro per tornare a casa giorno dopo giorno. E la stampa francese con loro: “Vacanze romane” titolava stamani L’Equipe.
MAI SOTTOVALUTARE — Nel rugby non si fa così, la concentrazione, anche quando si è una corazzata e all’orizzonte appare l’Italia senza vittorie nel 2011, non si crea in 48 ore e da oggi Lievremont se lo ricorderà bene. Il c.t. avrà di che difendersi dai meritati attacchi di una stampa che, se dopo Twickenham l’aveva criticato, adesso pare pronta alla lapidazione sportiva. Masi “Man of the Match” (e autore dell’unica meta azzurra) completa il quadro di un trionfo che costringe i Galletti a bersi la cicuta, occasionalmente servita da un cucchiaio di legno che i nostri, finalmente, possono eliminare dai loro incubi in vista del match di Edimburgo.
UN SOLO SUSSULTO — Che la Francia fosse in versione a scartamento ridotto, si era capito subito, dal primo quarto d’ora di gara completamente nelle mani di Parisse e soci. La stessa meta di Clerc (che sull’out sinistro si è bevuto Canale, superato dal pallonetto), infatti, è figlia non di un’azione orchestrata dai fenomenali trequarti di Lievremont ma da un calcetto posticcio di Masi pescato facilmente da Medard. Errori banali come aperture al vento e in avanti gratuiti consentono però all’Italia di tenere egregiamente il campo, trascinata da Parisse e Masi, meno invece da Castrogiovanni e dalla mischia, in sofferenza (soprattutto Lo Cicero al cospetto di Mas) contro la tozza e per questo granitica prima linea francese. Trinh-Duc, nonostante l’intercetto su Garcia che aveva dato il “la” all’avanzamento Blues sfociato poi nella meta, è l’emblema della “Francina” con poca testa sulla partita, scesa a Roma per chiudere alla svelta la contesa e le ricche polemiche che in patria avevano caratterizzato il dopo-Twickenam. Non a caso, al primo, vero sussulto da grande Francia, il match pare teoricamente chiudersi.
ITALIA CUORE E GAMBE — Sulla meta di Parra, al 10’ delle ripresa, i Blues, conquistata la touche, sventagliano da sinistra a destra, quindi rientrano e lanciano Trinh-Duc, che si porta a spasso mezza difesa italiana e serve a Parra la palla che il mediano schiaccia sotto i pali). In un Italia-Francia normale, a questo punto, il pathos avrebbe lasciato spazio all’accademia transalpina; invece l’Italia getta tutto, cuore e gambe, nella metà campo avversaria. Bergamasco sbaglia due calci non difficili in pochi minuti, ma neanche questo frena l’impeto italiano, anche in questo caso favorito dall’abulia di un XV francese che in attacco non incide e in difesa regala molti falli (in tutto 11). E visto che per mezzora di touche non ce ne sono (alla fine ne perderemo 2 su 5 contro le 0 su 8 dei rivali), non può neanche approfittare dei nostri regali sulla rimessa laterale.
PER FRANCESCATO — A 21′ dalla fine, sulla meritata meta alla bandierina di Masi, buona parte del merito va al debuttante (da
in riferimento a: L’Italia fa la storia: 22-21, Francia k.o. nel Sei Nazioni – La Gazzetta dello Sport (visualizza su Google Sidewiki)