* Sah! vuol dire “Dài!”, “Forza!”. Deriva dal monosillabo che si usa(va) nelle campagne per incitare le bestie.
* Va bin vuol dire “Va bene”
* Andoma, abbreviato ‘doma , vuol dire “andiamo”. Si scrive così, ma si pronuncia [andùma], [duma].
* As vedoma o Is vedoma vuol dire “ci vediamo”. Pronuncia: [asis vedùma]
* Cerea, è usato e abusato nelle scenette comiche, ma è un saluto formale usato quando ci si dà del lei. Purtroppo non si usa quasi più. Deriva da un’antica parola che significava “(vostra) signoria”.
* Madama, madamin, tòta, monsù. Non si usano quasi mai parlando in italiano, ma potrebbe capitare di sentirli. Sappiate che la Madama è una signora sposata matura, la Madamin è una signora sposata giovane. Il criterio di distinzione tra madama e madamin è il fatto se la signora in questione abbia ancora la suocera o no. Se la suocera della vostra interlocutrice ha già tirato le cuoia, allora è madama. Altrimenti è madamin. Se non si dispone di questa informazione, si dà della madamin a priori. Tòta invece vuol dire signorina (giovane o vecchia che sia), e Monsù (pronuncia: [munsǜ]) vuol dire signore (di qualunque età e stato civile).
* Neh? questo famoso intercalare non è un verso animalesco, ma deriva dal latino non est?. Ovviamente non è affatto vero che i piemontesi concludano ogni frase con questa parola. Comunque si può tradurre con “vero?”. Per es.: Neh che è bello?, oppure Domani vieni, neh? nel senso di “mi raccomando, vieni!”
* É! neanche questo è un verso scimmiesco, ma è il corrispondente piemontese di “Sì”. Deriva dal latino est. Esempio: “Sei andato a trovare Luigi?” “É, ma non era in casa”.
* Coma a l’é? “Come va?” (letteralm. “Com’è?”). Pronuncia [kumalé].
* Bòn vuol dire “basta”.
* Fare pranzo fare cena vuol dire “pranzarecenare”
* Ne ho solo più uno vuol dire che me n’è rimasto solo uno. Es.: “Hai letto il libro?” “É, devo solo più leggere le ultime pagine”, cioè l’ha letto tutto tranne le ultime pagine. Se pensate che sia uno strano modo di esprimersi, cosa volete che vi dica, avete ragione…
* Marocchino non è solo un abitante del Marocco, ma anche un ottimo caffè con panna e cioccolato, specialità di Torino.
* Croissant, detto in francese, è la brioche a mezzaluna che a Roma è detta “cornetto”. Attenzione: se a Torino chiedete un “cornetto”, il barista vi darà il noto gelato Algida, oppure vi chiederà: “un cornetto, cioè un croissant?”. A proposito: i francesi sono convinti che in Piemonte si parli correntemente il francese. Anche non pochi italiani lo pensano. Ovviamente non è vero. Forse era parzialmente vero fino al 1860, ma solo per le persone molto ricche e colte. Dell’italiano si incominciava a sentire parlare come la futura lingua nazionale. Gli altri parlavano solo il piemontese o, sulle montagne, l’occitano o l’arpitano. Cavour e Vittorio Emanuele II conversavano tra loro (o meglio: litigavano furiosamente) indifferentemente in piemontese o in francese.
* Bignòla, altro termin
in riferimento a:
“Piccolo vademecum…”
– Utente:Nandorum – Wikipedia (visualizza su Google Sidewiki)